I combattimenti tra Thailandia e Cambogia sono entrati nella seconda settimana, nonostante il presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbia dichiarato di aver mediato una tregua. Bangkok ha smentito categoricamente qualsiasi cessate il fuoco. Il conflitto ha già causato almeno 25 morti e circa 800.000 sfollati su entrambi i lati del confine.
Gli scontri sono iniziati il 7 dicembre tra i due paesi storicamente rivali. Finora sono morti 14 soldati thailandesi e 11 civili cambogiani. La Thailandia ha imposto un coprifuoco nella provincia meridionale di Trat, dopo che il conflitto si è esteso alle zone costiere.
Accuse reciproche
La Cambogia ha accusato le forze thailandesi di continuare i bombardamenti con artiglieria e mortai. Secondo la portavoce cambogiana Maly Socheata, gli attacchi proseguono ininterrottamente dalla mezzanotte di domenica. La Thailandia, dal canto suo, denuncia l'uso di razzi Grad da parte cambogiana contro diverse province di confine.
L'emittente Al Jazeera ha documentato la devastazione diffusa dei villaggi thailandesi. I razzi Grad cambogiani, imprecisi e lanciati in gruppi da lanciatori mobili, causano enormi distruzioni. Gli abitanti rimasti nelle zone di confine vivono in uno stato di forte tensione e nervosismo.
Condizioni per il dialogo
Il contrammiraglio Surasant Kongsiri, portavoce del Ministero della Difesa thailandese, ha dichiarato in conferenza stampa a Bangkok: «Nel complesso, ci sono stati scontri continui.» La Thailandia si è detta aperta a una soluzione diplomatica, ma ha posto una condizione precisa. Kongsiri ha spiegato: «La Cambogia deve prima cessare le ostilità prima di poter negoziare.»
La Cambogia ha ribadito la propria disponibilità a un cessate il fuoco. Le forze thailandesi hanno distribuito il fuoco di artiglieria lungo l'intera zona di confine, con centinaia di colpi sparati in brevi pause di appena 15-20 secondi.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

7 godzin temu










