Il ministro delle relazioni istituzionali del Brasile, Gleisi Hoffmann, ha definito "un'offesa" alla giustizia brasiliana la decisione degli Stati Uniti di revocare i visti d'ingresso ad Alexandre de Moraes e altri sette magistrati della Corte Suprema Federale. La misura colpisce alcuni dei più alti rappresentanti del potere giudiziario brasiliano.
"La revoca del visto d'ingresso negli Stati Uniti ai magistrati della Stf è un'offesa al potere giudiziario brasiliano e alla sovranità nazionale", ha dichiarato Hoffmann in un messaggio pubblicato sui social media. Il ministro ha sottolineato come la sanzione rappresenti un attacco diretto alle istituzioni democratiche del paese.
Altri sette magistrati coinvolti
Oltre ad Alexandre de Moraes, giudice istruttore nel processo contro l'ex presidente Jair Bolsonaro, la sanzione americana ha colpito altri sette magistrati della Corte Suprema. Tra questi figurano Luis Roberto Barroso, attuale presidente del tribunale, Dias Toffoli, Flavio Dino, Carmen Lucia, Edson Fachin e Gilmar Mendes.
Tutti i magistrati coinvolti ricoprono ruoli di primo piano nella più alta corte del Brasile. La loro esclusione dagli Stati Uniti rappresenta un precedente diplomatico di notevole gravità nelle relazioni tra i due paesi.
Accuse contro Bolsonaro
Hoffmann ha attribuito la sanzione americana alle pressioni esercitate dall'ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro. "Questa ritorsione aggressiva e meschina a una decisione del tribunale espone il livello degradante della cospirazione di Jair Bolsonaro contro il nostro Paese", ha affermato il ministro.
Secondo Hoffmann, Bolsonaro starebbe spingendo gli Stati Uniti a fare pressione sul Brasile per ottenere l'annullamento del suo processo o una possibile amnistia. L'ex presidente è attualmente sotto inchiesta per diversi reati legati al suo mandato presidenziale.
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.